domenica 13 giugno 2010

Il sentimento accelerato. Una teoria del disincanto?


Un giorno, era quindici anni fa, tornavo dalla Cina.
Il cielo era azzurrissimo. Mai quanto gli occhi dell’uomo che mi sedeva accanto, però.
Ricordo una splendida chiacchierata, lassù.
Si parlava del Tempo. La Cina così lontana. Ma poi raggiungibile in sole 12 ore di aereo.
Entrambi inutilmente romantici disquisivamo di carovane, dei cambiamenti naturali da percepire lentamente, guadagnando le distanze passo dopo passo, rispettandone la magnificenza.

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La scienza e la medicina in particolare tentano di dare risposte pratiche alle necessità, o forse sarebbe meglio dire ai capricci, dell’uomo.
Allora ecco che si è tentato, e si tenta ancora, di allungare la vita.
Un tempo si viveva in media 30 anni o poco più.
Ma da una condizione primitiva e primordiale siamo passati ad altro. Abbiamo inventato il senso. Abbiamo stravolto la natura. Nostra e di quanto abbiamo intorno.
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Capitava fino a qualche decina d’anni fa che se volevi scrivere una lettera ed esprimere sentimenti sapevi che ci sarebbe voluto tempo.
Tanto. Prima che l’epistola raggiungesse il destinatario.
Tanto. Prima che la risposta raggiungesse te.
Allora quel sentire lo dovevi congelare. Lo dovevi alimentare. Giorno dopo giorno. L’attesa.
Oggi ci sono le mail. Gli sms.
Oggi. Anzi. Adesso. Adesso ti dico ti amo è per sempre. Tra cinque minuti sono già altrove. Con il cuore e con la mente.
E non è qualcosa di negativo. E’ solo un caso, uno tra i tanti, di accelerazione.
Dicevamo la Cina. Un tempo ci voleva una vita. Oggi basta mezza giornata. Un tempo, per andare in Cina ci impiegavi una vita. Questo vuol dire che magari dovevi scegliere. O la Cina o l’America. Entrambe no.
Un tempo. Per una lettera e un sentimento da “barattare” ci volevano anni. Anni solo per cominciare ad imbastirlo. Oggi bastano secondi.
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Il punto di vista dello scienziato non può e non deve essere “umano”, “sentimentale”.
E’ l’applicazione della scoperta che deve esserlo. L’umanizzazione. Ma lo studio, la presa di coscienza, necessitano di neutralità.
Parlare di sentimenti accelerati non ha nulla a che vedere con una teoria del disincanto.
Andare a Roma a piedi dall’Aquila può essere romantico. Ma non lo fa quasi nessuno. E chi lo fa è perché sceglie di.
L’amore oggi si può comprimere. Come le foto. Come la musica. E’ aumentata l’offerta.
Prima, in una vita, arrivavi a conoscere le persone che vivevano nel tuo villaggio. Oggi puoi conoscere il mondo intero.
Ogni emozione umana è legata al fascino dell’attesa. La risposta definisce. E lascia lo spazio ai nuovi interrogativi. Alle nuove passioni.
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La vita è una processo dinamico.
Mete. Obiettivi.
L’amore come gli spazi e le distanze. Potenzialità accelerate.
Nessun disincanto. Solo il normale andamento delle cose.
Tiziana Pasetti