giovedì 29 dicembre 2011

Passaggio di testimone (Auguri!)



Un anno ancora. Alle spalle.
Passato indecifrabile per scrivere futuri a tratti presenti.

Quando ero bambina (e cretina) tiravo somme e facevo progetti.

Adesso bambina non lo sono più da un po'...i progetti per carità...resta solo, inossidabile e affezionatissima, la cretinaggine cronica ;-).

Come è andato il 2011? E' andato.

Fiera. Di non aver mai cancellato nulla. Di non aver nascosto. Di non aver tradito. Mentito. Tramato. Inventato.

Come andrà il 2012? Non lo so.

So, però. Che continuerò. A non cancellare.  A non nascondere. A non tradire. Mentire. Tramare.
Inventare.

Intanto parto.

Vi bacio,

TP

domenica 25 dicembre 2011

Natale di gesso



Eccolo, il Natale. Arrivato. Di nuovo. Puntualissimo.
Tutti siamo più buoni. Tutti siamo più belli. Tutti siamo più ospitali.
Tutti apriamo le porte a Maria sofferente e a Giuseppe. A Gesù bambino, la speranza che torna a nascere nei nostri aridi cuori.
Che magia, che incanto!
Tutti facciamo spazio alla sacra famiglia. Ma che sia di gesso, per favore. Di legno, a voler proprio concedere.
Che non abbia le sembianze del mio vicino di casa. Quello non lo sopporto proprio. Che non provi ad assomigliare ad un povero in carne ed ossa che chiede aiuto. Non osi avere pelle e odori diversi dai miei.

Natale è Natale, non scherziamo. Non si tocca. Già quest’anno capita di sabato e domenica, niente ponte, niente vacanze in più.

Natale è…Natale è un problema. Tutti questi giorni di scuole chiuse. Dove li mettiamo i “nostri” bambinelli?

Natale è famiglia, certo. Solo che la mia ex moglie di venirmi incontro non ne ha voluto sapere. Quindi i bambini non li vedrò. Natale è famiglia, certo. Solo che il mio ex marito porta i bambini a sciare, io lo passerò con un’amica e magari li sentirò a mezzanotte…una telefonata o magari un sms…vedremo.

Natale è il cenone. Ma quest’anno c’è la crisi. Magari una cenetta è meglio. Se chiediamo alla casta di rinunciare ai vitalizi magari io potrei, anzi, dovrei rinunciare alla seconda porzione di frittura di pesce surgelato.

Natale è un luogo del cuore, è casa, è nido. Anche all’Aquila. Coordinata geografica senza più città, senza storia futura.

Natale, dicono gli esperti, è fonte di stress. Un’altra tra le tante.

Ecco.
Ha fatto bene, la sacra famiglia. 
A diventare di gesso, intendo.

(Copertina tg TvUno 25 dicembre 2011)



venerdì 16 dicembre 2011

Economicfobia psicopatologica

La crisi italiota è l'ennesima presa per i fondelli. Mi spiego meglio. Un popolo di disorganizzati cronici come il nostro difficilmente può sperare in una gestione della cosa pubblica armoniosa ed equilibrata.
Un popolo di chiacchieroni incapaci e pieni di invidie e gelosie per il dirimpettaio non può aspirare a nessuna crescita reale.

Vanno tassate le sigarette. E di tanto. La gente non smetterebbe di fumare. La domanda di ogni vizio cresce all'aumentare della pericolosità potenziale/divieto.
Ogni bene di lusso va tassato. In maniera scalare in rapporto al valore.

Si potrebbe continuare, a voler essere seri.
Ma in un paese come quello italidiota sarebbe ridicolo.
Ancora a parlare di abbattimenti e ridimensionamenti delle entrate della casta...

...Come se
in questo paese
la gente
non facesse politica
solo
ed esclusivamente
per soldi
e per una idea, confusa, di potere.


In questo momento di crisi cretina
sono uscita a fare shopping.

Ho comprato tutti i mobili nuovi.



Belli.

Ci volevano.

(Nell'immagine: il mio nuovo letto in pelle bianca. Divino).

venerdì 9 dicembre 2011

Ma che diaVOLO di lingua è?



Per la recensione bisogna aspettare qualche giorno.
Prima la deve pubblicare il giornale che me l'ha chiesta.

Ma una cosa l'ho tenuta per me. Per voi.

Centinaia di migliaia di copie vendute da questo Bonetti Fabio in arte Volo. Primo in classifica.

Uno che, passino lo squallore della trama e la costruzione "sformata", scrive in questo italiano qua:

"NON SAPEVO COSA FARE, NON TROVAVO SOLUZIONI CHE NON FOSSERO DOLOROSE, QUALSIASI COSA AVREI DETTO LO AVREBBE FERITO E MI DISPIACEVA".

Tutto questo a  pag. 217.

E non è la sola bestemmia grammaticale di Bonetti Fabio in arte Volo e della squadra Mondadori in arte correttori di bozze riscontrabile in questo...libro? ;-).

giovedì 1 dicembre 2011

Io sono CHI? (Video e testo)

Ci sono anch'io, tra le vittime della notte tremenda.
Numeri, centinaia, numeri numeri
come se mille fossero più di uno
e uno non fosse abbastanza.

Un lutto esprime dolore    e interesse.
Il dolore intimo, famigliare.
L'interesse sociale, la BAVA di chi osserva la tragedia e GODE - "non è capitato a me, per fortuna" - seduto stravaccato davanti ad uno schermo.

Siamo morti in tanti, quella notte.
Forse non abbastanza...giornali e televisioni e ragioni di stato non si saziano mai, sapete?

Siamo morti in tanti. Siamo morti uno ad uno. La mamma, il papà, la nonna, il nonno, giovani, bambini. 

Siamo morti, uno ad uno, soli, nessuno prima e nessuno dopo. Senza capire. Troppo il rumore. Troppo lo stupore. Che la vita finisca davvero...inutile perdersi in chiacchiere, non ci crede DAVVERO nessuno, mai.

Io sono morto, io sì. Sono la vittima, quella senza nome. Nessuno mi ha riconosciuto, hanno detto. Però non sono morto di meno, credetemi.
Non avete visto nessuno piangere per me, questo è vero. Però lasciatemi dire che la morte, come la vita, non si risolve in un nome. Non risolve il passato e nemmeno il futuro. Per chi resta, resta TUTTO. E pesa.

C'è stato un giorno in cui, tanto tempo fa, prima che tutto poi finisse, e finisse, per me, in modo così anonimo e silenzioso, dicevo, c'è stato un giorno, il giorno in cui sono nato. 
Una donna mi ha preso tra le braccia. "Bambino mio", deve aver sussurrato..."bambino mio".
Ecco, era mia madre, lei...e...visto? Un nome non conta, si esiste comunque.

Siamo morti in tanti, quella notte.

Siamo morti uno ad uno, ognuno solo, ognuno per sé. Il resto, ripeto, sono chiacchiere. La morte è un fatto personale. Te la devi vedere, da solo, con te. Per l'ultima volta. E con tutto quello che lasci. Ho lasciato molto anch'io. Non avere nome non mi toglie dignità, non cancella la vita che ho vissuto. Sono stato amato, come tutti voi. Sono stato odiato, come tutti voi. Ho maledetto la vita, come tutti voi. L'ho benedetta, come voi, a volte. 
Non sono morto né di meno né di più, io che non sapete chi sono.

Non sono morto di meno, no. Né, forse, di più. 



Video e testo di Tiziana Pasetti per TvUno (www.tvunoaq.tv)