giovedì 1 dicembre 2011

Io sono CHI? (Video e testo)

Ci sono anch'io, tra le vittime della notte tremenda.
Numeri, centinaia, numeri numeri
come se mille fossero più di uno
e uno non fosse abbastanza.

Un lutto esprime dolore    e interesse.
Il dolore intimo, famigliare.
L'interesse sociale, la BAVA di chi osserva la tragedia e GODE - "non è capitato a me, per fortuna" - seduto stravaccato davanti ad uno schermo.

Siamo morti in tanti, quella notte.
Forse non abbastanza...giornali e televisioni e ragioni di stato non si saziano mai, sapete?

Siamo morti in tanti. Siamo morti uno ad uno. La mamma, il papà, la nonna, il nonno, giovani, bambini. 

Siamo morti, uno ad uno, soli, nessuno prima e nessuno dopo. Senza capire. Troppo il rumore. Troppo lo stupore. Che la vita finisca davvero...inutile perdersi in chiacchiere, non ci crede DAVVERO nessuno, mai.

Io sono morto, io sì. Sono la vittima, quella senza nome. Nessuno mi ha riconosciuto, hanno detto. Però non sono morto di meno, credetemi.
Non avete visto nessuno piangere per me, questo è vero. Però lasciatemi dire che la morte, come la vita, non si risolve in un nome. Non risolve il passato e nemmeno il futuro. Per chi resta, resta TUTTO. E pesa.

C'è stato un giorno in cui, tanto tempo fa, prima che tutto poi finisse, e finisse, per me, in modo così anonimo e silenzioso, dicevo, c'è stato un giorno, il giorno in cui sono nato. 
Una donna mi ha preso tra le braccia. "Bambino mio", deve aver sussurrato..."bambino mio".
Ecco, era mia madre, lei...e...visto? Un nome non conta, si esiste comunque.

Siamo morti in tanti, quella notte.

Siamo morti uno ad uno, ognuno solo, ognuno per sé. Il resto, ripeto, sono chiacchiere. La morte è un fatto personale. Te la devi vedere, da solo, con te. Per l'ultima volta. E con tutto quello che lasci. Ho lasciato molto anch'io. Non avere nome non mi toglie dignità, non cancella la vita che ho vissuto. Sono stato amato, come tutti voi. Sono stato odiato, come tutti voi. Ho maledetto la vita, come tutti voi. L'ho benedetta, come voi, a volte. 
Non sono morto né di meno né di più, io che non sapete chi sono.

Non sono morto di meno, no. Né, forse, di più. 



Video e testo di Tiziana Pasetti per TvUno (www.tvunoaq.tv)