lunedì 22 giugno 2009

Uno sguardo diverso. Stefano Raffaele per L'Aquila


Pur essendo aquilana da “soli” 9 anni la tragedia della notte imperfetta, della notte mai virata in giorno, ha colpito profondamente anche me.
Ha distrutto molto, senza alcun preavviso.
Ha distrutto molto, ma non tutto.

Io ho voluto guardare.
In preda all’allucinazione, forse. Ma ho voluto guardare.
E forse sarà la mia professione, forse la passione per la parola, chissà…ma come tanti ho sentito l’esigenza di raccontare. Raccontare a tutti per non dimenticarmi. Per non perdermi. Per radicarmi, nella Memoria.
Per farlo ho chiesto aiuto. Avevo bisogno di occhi diversi. Aperti. Lontani. Che, quindi, potessero avvicinarsi.
Avevo bisogno, forse, di andare addirittura oltre quanto mi appartiene di più. Di andare oltre la scrittura.
Stefano Raffaele è un grande disegnatore. Superman, Conan, Batman, sono solo alcuni dei tanti supereroi ai quali ha regalato la magica sensazione di movimento dell’arte sequenziale.
Dopo avermi ascoltata a lungo, mi ha raggiunta all’Aquila.
Io parlavo. E mentre camminavamo per la città lui, per me, guardava. Come io non riuscivo a fare.
Eravamo ad Onna, in silenzio, quando lui mi ha detto: “Io voglio raccontare tutto questo. Io voglio far vedere. Io non credevo. Io non conoscevo questo posto…sentivo parlare di questa città solo d’inverno…quando dicevano che è la città più fredda. Quindi mi chiedevo perché vivere in un posto che non è altro se non la città più fredda d’Italia. E…invece c’è questa natura meravigliosa. Potente. Rude. Questa roccia. E questa gente che non grida. Ma gli occhi…le anime dove sono andate? Nella tendopoli di Fossa, prima…quella donna che fissava quel monte, quello dove tu mi hai detto che c’era un castello, prima…dov’era quella donna? Perché non sentiva che la figlia la stava chiamando? Perché parlano di questi posti, dei soccorsi…queste tende…qui non è possibile guarire…qui si infetta la vita…Io voglio raccontare, almeno. Voglio raccontare quello che ho visto”.
E’ iniziato un Viaggio. In cui la Storia e le storie ritrovano la strada e la polvere e il gas e il buio. C’è un attimo, infinito, che ha avuto un prima. Un prima da spolverare. Da riconsegnare alla vita che la retorica ha voluto musicare.
La mano - che è un Mondo - di Stefano, sta spogliando ogni costruzione informativa artificiale. Il suo sguardo diverso ha visto L’Aquila. E’ andato oltre il senso della tragedia. Ha penetrato la terra. Si è fuso con essa. E nudo, è nato.
di Tiziana Pasetti