martedì 13 marzo 2012

Francesco Guccini e il tempo infinito delle estati lontane



E' arrivato con il suo maglione sformato su un paio di jeans*
a Libri come
a Roma
Francesco Guccini. Sabato sera. Auditorium. Sala Sinopoli esaurita. Tifo da stadio.
E' arrivato
con infinite storie
- passate e perdute o forse chissà -
da ricordare.

Dizionario delle cose perdute (Mondadori, Libellule) è un "diario" di ricordi raccontati con ironia e delicatezza dall'immenso artigiano (così si è definito) di Pavana. Il caffè d'orzo quando non era di moda anzi. Le foto in posa, un evento, una lunga attesa. I giochi per strada. E le lunghe estati calde. Quelle che arrivavano un giorno e terminavano dopo un'eternità.

Cosa è accaduto a quel succedaneo del caffè? Chi l'ha reso una star sui banconi dei bar di oggi? E chi ha ridotto la stagione delle nostre mitiche vacanze ad un soffio di un attimo?

Sul palco illuminato appena, Guccini giganteggia con tenerezza guardandosi indietro. C'è un tempo suo e nostro ad un passo dal mito, ormai.
Nessun rimpianto, però. Solo risate grasse, piene.
E tanta, tantissima allegria.
Quella di chi ha vissuto. E continua, senza dimenticare, a.

*Farewell