E’ rimasta lì.
Quanti anni sono, nonna?
Non li ricordo. 17? 18?
Sei morta dicono di notte. Ad un tratto. I medici hanno detto che sei morta in un attimo, che eri serena.
Non lo so. Ricordo il giorno prima. Ero venuta a trovarti. Mi hai chiesto come mi trovi? Mi accompagni a telefonare a Michele?
Trascinavi i piedi. A nonno, a Micchè, hai detto Torno presto, come stai? Hai freddo? Torno presto…la legna. Pensa alla legna. Pensa al fuoco. Poi facciamo una grande festa, è quasi Natale.
Sei morta in un attimo. Micchè si è buttato ad abbracciarti. Dentro la bara color noce eri vestita di blu. Lui Sei la mia sposa.
Quell’abito me lo ricordo, nonna. Era quello della messa domenicale, dei matrimoni e del grande giorno, quello quando partivi e andavi tre paesi più in là. Ti facevi bella e andavi a fare la spesa. Avevano aperto un piccolo supermercato. Ti brillavano gli occhi. Quella non era più la guerra, non era più la fatica della schiena piegata.
Nonno ha continuato a chiamarti, nonna, lo sai?. Marì. Marì…
Gobbo, veniva a trovarti. Ti portava i fiori di campo, quelli che amavi.
E’ rimasta lì, nonna.
La tua gonna grigia è rimasta piegata sul letto di nonno. Fino a quando è morto anche lui, un paio di anni fa.
Sei rimasta con lui sempre.
Tiziana Pasetti