martedì 22 novembre 2011

Per L'Aquila, pezzi di strada futura

http://blog.vanityfair.it/2011/11/per-l%e2%80%99aquila-pezzi-di-strada-futura/


di Tiziana Pasetti

Noi che siamo partiti dall’Aquila, ieri pomeriggio, per andare a Roma ad assistere alla serata inaugurale del Festival Minimondi organizzato per il capoluogo abruzzese terremotato, avevamo in tasca un tesoro.
Un coccio. Una maceria.
Era la tazza dove faceva colazione tutte le mattine mia figlia.
Era il piatto che nonna usava la domenica, per il pranzo di famiglia.
Era la bomboniera del nostro matrimonio, ti ricordi, una colomba bianca tutta lucida…quanto ci abbiamo riso su, quando poi gli anni sono cominciati a passare e i gusti, le mode, a cambiare.
Era la cornice con la foto di mamma e papà.
Era, era, era, era.
Ieri dall’Aquila siamo partiti stringendo tra le mani decine di cose che erano.
Non immaginate migliaia di persone. Un pullman. E nemmeno pieno. Ma quello che conta è andare. Anche per chi ormai non ha più voglia, forza. Speranza.
Ad aspettarci a Roma, però, in Via Nazionale, al Teatro Eliseo, c’erano tanti amici.
Hanno portato pezzi di storie loro, pezzi di ricordi. Per costruire una strada comune, solidale, non virtuale, come ha sottolineato l’architetto Marco Ferreri ideatore, insieme allo staff di Minimondi Parma, di questa iniziativa:
“Vorrei che questi pezzi di vita interrotti divenissero intarsi. Più strade attraversate da fiumi di cose che erano e che continueranno a raccontarsi con la loro presenza. Accarezzati dal passo di chi tornerà a vivere questa città”.
Impossibile raccontare la serata. Verrebbe fuori un verbale di condominio. Tutti coloro che avevano detto ci sarò c’erano. Giornalisti, attori, scrittori, politici. Senza clamore. La domanda, una sola: cosa si può fare? Il tempo passa. C’è una città che non può più aspettare. Non per fare chissà cosa. Una città è un’ancora, una bussola, una serie di luoghi. Per i baci che chi sta crescendo adesso poi potrà ricordare. Per chi capita per caso e poi decide di non andare più via. Per il Sasso Grande che vuole mandare neve e vento unici al mondo. Ti ghiacciano e scaldano insieme.
Cocci e ricordi. Come quelli di Anna Paola Concia, splendida vestita di rosso fuoco:
“L’Aquila è la città delle mie prime volte. Qui ho fatto l’università. Qui mi sono iscritta al Pci, qui mi sono sposata. Qui ho vissuto per la prima volta, liberamente, la mia omosessualità. Rivoglio la mia città. La rivoglio”.
Era tarda notte, quando abbiamo salutato tutti. Siamo ripartiti con il nostro autobus. Roma era bellissima. Natale è vicino: addobbi, luci, vetrine. Case.
Era notte fonda, quando abbiamo preso l’uscita dell’A24, L’Aquila Ovest. Buio.
Solo buio.
Sono salita sulla mia auto.
Per arrivare a casa mia bisogna attraversare via XX Settembre, poi Collemaggio.
C’erano anche qui, una vita fa, quando Natale si avvicinava, addobbi e luci a illuminare e rallegrare
strade e case che non ci sono più.