venerdì 6 gennaio 2012

La Befana, la Pasetti e L'Aquila

­­­­­­­­­­­E, per finire, sono arrivati i Re Magi. Tre. In dono, oro, incenso e mirra.


Io sono sempre stata due cose. Cinica. E insopportabile.
Da bambina, a mia madre: “Mamma, non era meglio se a questo bambino tutto nudo portavano una tutina o una copertina? Non era più utile, intendo?”
Lei alzava gli occhi al cielo, segnava fronte e petto con la croce, e chiedeva, per me, perdono. Al Dio offeso.

Anche all’Aquila è la festa dell’Epifania. I nostri Baldassarre, Melchiorre e Gaspare hanno portato alla città nuda e malaticcia le bancarelle del 5 gennaio e un ponte aperto per alcune ore. Si è vista una lunga teoria di uomini donne bambini aquilani e non sfilare per le strade dello scosso capoluogo. Che emozione! Ancora un'occasione per poter tornare in centro! Ancora un'ancora per i nostri pomeriggi vuoti da passare su facebook. C’è da fare vita sociale, infatti. Bisogna condividere le foto dell’aquila com’è e com’era. Poi bisogna commentare. “Rabbia!”, gridano in ciabatte davanti agli schermi dei computer gli autoctoni. “Siamo con voi!”, rispondono con retorica, sempre in ciabatte, gli altri sparsi in ogni dove. Bisogna creare un gruppo! Necessita per la rinascita della bella addormentata ormai in coma praticamente irreversibile scrivere un post o una poesia. Parole chiave: forza, orgoglio, speranza, domani, l’aquila bella mè, te mé, ma mo, cielo alto cielo blu.
  
Non so cosa ne abbia fatto, poi, il nudo bambinello, di quell’oro, di quell’incenso, di quella mirra.
Aveva altro per la testa.
Redimere il mondo e l’umanità. E solo 33 anni a disposizione. 


Chiediamoci, oggi, noi: che ci fa una ex città nuda e non solo di cose e avvenimenti futili e sporadici? Dei tanti doni ricevuti, i suoi, di mamma e papà, cosa ne hanno fatto? 
Quanti anni ha, a disposizione, L’Aquila
per redimere e salvare 
non il mondo, 
quello no, 
ma se stessa? 


(Servizio tg TvUno 6 gennaio 2012)